Tutti siamo sempre alla ricerca dell’equilibrio e questo
rende le cose giuste o sbagliate solo in un contesto soggettivo in un determinato
momento.
Questo non vuol dire che non esiste nulla di oggettivo, ma
semplicemente che è tutto molto relativo al contesto in cui viviamo ed al
momento che attraversiamo.
Per questo non bisognerebbe mai giudicare noi stessi ne
tantomeno gli altri (spesso giudicare gli altri viene di conseguenza al nostro giudizio
verso noi stessi) , ne sentirsi giudicati, ne definire una cosa negativa o positiva
a prescindere (positivo e negativo esistono solo in una concezione duale e
soggettiva delle cose).
Ciononostante determinati atteggiamenti sono oggettivamente poco
utili e/o dannosi ma può capitare comunque che in un determinato momento della
nostra esistenza possano aiutarci bilanciare un disequilibrio emotivo o fisico.
Qualche esempio banale:
Mangiare cioccolato e bere caffè o Alcol possono essere cose
poco utili alla nostra salute (se non addirittura dannosi in grandi quantità) ,
ma ci sono momenti che ne abbiamo bisogno … anche se talvolta sono bisogni mentali
ed emotivi più che fisici.
Un altro esempio più complesso potrebbe essere quello di
viaggiare ed andare in posti dall’altra parte del mondo per cercare la pace ed
il contatto con la natura … se fossimo in equilibrio non dovremmo averne
bisogno, se riuscissimo a ricavarci nel quotidiano le nostre oasi di pace e di
contatto con madre terra non avremmo bisogno di cercarle in capo al mondo …
… anche ascoltare musica non propriamente armonica potrebbe
essere genericamente dannosa a livello fisico/biologico (vedere esperimenti Masaru
Emoto sull’acqua), ma le emozioni ed i ricordi
legati ad un determinato pezzo (o tipo di musica) possono trascendere i
comuni canoni di oggettività facendo provare sensazioni di piacevolezza non
facilmente descrivibili e spiegabili ed aiutarci (come tutte le cose) nella
ricerca dell’equilibrio.
Gli esempi potrebbero continuare …
Tutto quello che facciamo e gradiamo è sempre una ricerca di
equilibrio e un tentativo di voler colmare qualche vuoto … in un’esistenza perfetta non ci sarebbe
necessità di tanti bisogni o desideri, ma un’esistenza perfetta oltre che
utopica, sarebbe probabilmente anche noiosa e poco evolutiva.
Tutto quello che facciamo e che ci capita è quindi in qualche
modo evolutivo, anche se non è
comunemente accettato o giudicato da qualcuno oggettivamente non corretto.
Frequentare un corso o un seminario potrebbe essere un modo
per imparare una nuova tecnica o conoscere meglio se stessi, ma potrebbe anche
essere vista come un insicurezza (ho bisogno che qualcuno mi dica cosa fare e
certifichi le mie capacità).
Fare frequentemente foto per immortalare dei bei momenti
potrebbe essere un modo semplice per avere dei bei ricordi e poterli condividere,
ma potrebbe anche essere visto come un attaccamento che ti porta a non vivere
il momento presente.
C’è sempre un punto di vista ed uno opposto e spesso il
confine non è così ben definito, solo noi possiamo sapere di cosa noi abbiamo
bisogno in un determinato momento …
questo però non deve mai farci fossilizzare nel dogma del “sono fatto
così” e mai farci smettere di porci
domande e cercare di scoprire il perché delle cose per accettarle e magari
superarle … senza giudicarsi, senza giudicare, in piena libertà ma prendendosi
sempre la responsabilità delle nostre azioni verso se stessi e quindi verso gli
altri.
Ognuno ha i suoi metodi e le sue modalità per sopravvivere,
vivere ed evolvere e tutto quello che facciamo, dalle cose più serie a quelle
più banali, hanno sempre e solo questa finalità.
Felice Vita
Salvatore
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