<< Albert
Einstein aveva un’abitudine curiosa: faceva dei brevi sonnellini tenendo una
chiave in mano.
Non è una
metafora. È letterale.
Si sedeva su
una poltrona, con il braccio penzolante, e teneva una chiave sospesa sopra una
piastra di metallo posta a terra. Appena stava per addormentarsi, la mano si
rilassava, la chiave cadeva e il rumore lo svegliava.
Perché lo
faceva?
Einstein
aveva scoperto —e oggi la neuro-scienza lo conferma— che il momento tra la
veglia e il sonno, chiamato fase ipnagogica, è una miniera d’oro per la
creatività. Il cervello inizia a generare idee brillanti, immagini vivide,
connessioni imprevedibili… che però spesso dimentichiamo appena ci
addormentiamo del tutto.
Einstein
interrompeva apposta quel momento. Non voleva perdere quella scintilla. Gli
bastavano pochi secondi di ispirazione per accendere una nuova idea.
La cosa più
sorprendente? Anche artisti come Dalí e scrittori come Edison lo facevano.
Oggi, alcuni
ricercatori hanno replicato questo metodo con risultati affascinanti: maggior
produttività, idee più creative, sogni più vividi e una memoria più acuta.
Quindi, se
un giorno vedi qualcuno appisolarsi con una chiave in mano… forse non è pazzo.
Forse è a un passo da scoprire qualcosa di geniale. >>
Dopo aver letto questo testo ho
pensato immediatamente al Bagno di Gong: questa pratica oltre che promuovere
Benessere e Rilassamento agisce facendo sì che la mente si faccia da parte per
lasciar spazio alla Comunicazione con il Sé più profondo, tant’è vero che si
possono visualizzare o percepire ricordi o ricevere messaggi o intuizioni.
Il Suono e le Vibrazioni dei Gong e
delle Campane Tibetane inducono ad uno stato vibrazionale di Onde Theta: le
onde del rilassamento profondo.
Solitamente in stato di dormiveglia, quello stato di cui parla l’articolo, si registrano queste onde e si distinguono dalle onde del sonno e della veglia.
In effetti diverse persone raccontano di “viaggi” e percezioni durante i
Bagni di Gong ed intuizioni ed emozioni molto coinvolgenti.
Quello stato di Rilassamento Profondo permette proprio di reincontrare Sé stessi
in profondità, occuparsi di qualcosa che cerca di emergere in superficie di cui
si ha bisogno di liberarsi o di cui si ha bisogno per vivere al meglio la
propria vita.
Durante il nostro percorso spirituale abbiamo incontrato diverse “tecniche”
e “pratiche” alcune interessanti, altre meno, ma quando abbiamo incontrato i
Suoni ci siamo innamorati: una Coccola delicata che senza sforzo mentale (anzi
la mente viene esclusa in quei momenti) permette balzi evolutivi meravigliosi.
Naturalmente non fanno tutto da soli, c’è apertura alla crescita ed impegno da
parte nostra, ma il tutto diventa più leggero e facile quando il proprio
percorso è accompagnato dai Suoni.
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