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Considerazioni sul Copyright:

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lunedì 16 settembre 2024

Relazioni: croce e delizia

 


L’eclissi si avvicina e l’energia già si sente, si è fatta sentire con una notte insonne, ma la notte insonne non è negativa: finalmente hai la possibilità di essere sola con te stessa, senza possibilità di fuggire nelle distrazioni quotidiane e lì nel buio inizi a guardare in profondità nel tuo buio e anche se la giornata dopo potrebbe sembrare dura da affrontare se hai avuto il coraggio di guardare quel buio riesci a scovarne una grande Luce che illumina pezzettini di te che hanno bisogno di essere ascoltati, illumina consapevolezze che ti faranno fare quell'ulteriore passo per riavvicinarti sempre di più alla Vera Te.

Purtroppo abbiamo imparato in vite e vite che si impara dalla sofferenza, si evolve nel dolore, non c’è credenza più stupida ma viscerale di questa, sarebbe tutto più bello se una volta per tutte ci liberassimo di questa e tante altre credenze autolimitanti….

Ma veniamo al tema di stamattina/stanotte: le relazioni.

Chi è l’altro? Chi è l’altra? Si può pensare al nostro partner, ad un genitore, ad un figlio, ad un amico, chiunque sia in relazione con noi: chi è?
E’ lo specchio di una parte di noi. E’ colui o colei su cui proiettiamo una parte interna di noi.

Quando ammiriamo e stimiamo una persona, elogiandola o meno apertamente, stiamo ammirando una caratteristica che ci appartiene ma che probabilmente non abbiamo ancora tirato fuori perché probabilmente da piccoli ci hanno detto che così come eravamo non andava bene e fin qui tutto è meraviglioso… il problema è che proiettiamo sugli altri anche il nostro “lato oscuro”, quelli che definiamo difetti, li critichiamo e li condanniamo senza possibilità di valutarli, non ci si comporta così e basta perché è sbagliato.

Qual è l’origine di questo tormento che rischia di rovinarci le nostre relazioni?

Quando decidiamo di incarnarci veniamo dall’Amore puro ed incondizionato e senza alcuna protezione ci catapultiamo in un mondo sbagliato, fatto di amore condizionato e rigidità. Fin dall’utero possiamo sperimentare questa mancanza d’amore se abbiamo deciso di affrontare la ferita del rifiuto, per chi è più “fortunato” quel periodo se lo passerà ancora relativamente liscio fino poi a scontrarsi con dei bambini feriti travestiti da adulti che ci fanno da genitori, insegnanti, parenti e conoscenti che iniziano a “smussare” tutte le parti di noi che non gli vanno a genio perché la Sincerità, l’Amore incondizionato, l’Amor proprio, l’Aspirazione ad Essere Sé Stessi sono Qualità messe da parte a favore di un po’ d’amore elemosinato e adattamento ad una società che attraverso la politica, l’economia e la religione forgia dei robot, o almeno ci prova….

Quindi cresciamo ed impariamo che come siamo fatti veramente non va bene e ce lo confermano tutti gli adulti intorno a noi, impariamo le regole sociali e comportamenti adattivi perché se non ci comportiamo bene veniamo rimproverati e puniti ed osserviamo il comportamento degli adulti con tutte le distorsioni che loro stessi hanno adottato a loro volta. A quel punto l’Anima di pura Luce ed Amore che siamo chiede aiuto all’ego che inizia a costruire una bella corazza forte e resistente che ci permetta di non soffrire o almeno limitare il più possibile i danni e tutte le nostre caratteristiche naturali che non sono ritenute “accettabili” vanno a finire in fondo in fondo… ma…

Non spariscono, stanno lì per anni e anni e continuano a cercare di farsi sentire, escono e si vanno a posizionare sulle persone che frequentiamo… spesso appaiono peggio di quello che sono in realtà perché è proprio così che riusciamo ad accorgerci di loro.

Per quanto riguarda la parte che riteniamo di Luce è relativamente facile svilupparla in noi, trasformiamo la nostra ammirazione in coraggio e ci buttiamo anche noi a fare quella cosa che ci piace tanto nell’altro, iniziamo a comportarci anche noi come fa l’altro che tanto ammiriamo perché la riconosciamo come bella e preziosa.

Quando ci troviamo però di fronte ai difetti ecco che diventa un attimino tutto più difficile, non impossibile ma difficile… Prima di tutto c’è la negazione, l’ego vuole continuare a proteggerci e cerca di sminuire quella vocina saggia dentro di noi, vuole tenere tutto sotto sotto, in fondo e ripararsi dietro la corazza perché da piccola quella corazza ti ha salvata ed ora perché dovrebbe essere diverso? E se togliamo la corazza e soffriamo? E invece è proprio lì il problema: soffriamo perché abbiamo quella corazza, perché abbiamo introiettato in noi tutti quei divieti e quelle critiche e continuiamo a punirci per essere come siamo.

Qualche giorno fa ho iniziato ad ascoltare un audio in cui dicevano “l’altro ti fa vedere dove sei sbagliato, dove devi cambiare”, naturalmente ho smesso di ascoltare quell’audio, ma non per negazione della realtà, perché la mia intelligenza si è sentita insultata da quella cattiveria, ennesima cattiveria che la società ci inculca soprattutto attraverso le religioni (cattolicesimo in primis, ma anche il buddismo non compreso fa danni, anni fa quella che credevo una mia amica diceva spesso “devo sciogliere karma”… non aggiungo altro, preferisco)…

Avete mai visto un gatto che si preoccupa perchè dovrebbe essere un pesce? Avete mai visto un cane che si forza a comportarsi come un uccello? No perchè è la loro Natura e sono perfetti così come sono. Il gatto fa il gatto perchè è così e non immagina nemmeno di criticarsi perchè non è abbastanza pantera, rispetta la sua Natura ed è sè stesso.

Non siamo sbagliati, non siamo nemmeno perfetti, ma di sicuro non siamo sbagliati: le relazioni ci aiutano a farci vedere chi siamo e a liberarci dei comportamenti automatici che abbiamo imparato da piccoli, quelli sì che sono sbagliati e ce ne dobbiamo liberare. Ma ce ne possiamo liberare solo se li vediamo, solo se li scopriamo e li scopriamo quando interagiamo con l’altro… quando interagiamo con un’altra persona interagiamo con tutto il suo sistema di credenze che non sarà uguale al nostro, sicuramente simile ma non uguale e questo ci permette di osservarci.

Siamo più facilmente pronti a puntare il dito (io in primis, se avessi già risolto tutto non sarei ancora qui su questo pianeta/scuola), è lui o lei ad aver sbagliato, ad avere quel comportamento che non va bene, a farmi soffrire.

In realtà se non esiste una vittima non esiste il carnefice, se non esistono vittima e carnefice non esiste il salvatore che interviene per “salvare” la vittima. Quando decidiamo di spostare il focus dall’esterno all’interno ci accorgiamo che se lo specchio mi sta rimandando quell’immagine non posso arrabbiarmi con lo specchio e cercare di “pettinare” lo specchio… la spettinata sono io….

Quando ci rendiamo conto di questo ci accorgiamo che se quella persona ha messo il dito in quel punto doloroso per me è perché già esisteva prima quella ferita e comportandosi da carnefice ci fa vedere dov’è che abbiamo smesso di amarci…

Naturalmente anche noi ci “divertiamo” ad infilare le dita nelle ferite altrui, è un accordo che abbiamo preso tra di noi, quando eravamo nell’Amore puro ed incondizionato, abbiamo deciso di sperimentare la Dualità e la Separazione….

All’Alba della nuova Era in cui siamo però direi che potremmo anche iniziare a smettere di provocarci a vicenda, lasciare andare il passato ed agire nell’unico tempo che esiste e che cambia tutto: il presente.

Sicuramente il mio non è un suggerimento al sacrificio, se una certa persona ci fa star male e non c’è da parte sua nessuna volontà di venirsi incontro e di crescita va allontanata, non siamo venute qui a fare a gara con gli altri che chi soffre di più vince il premio (altro retaggio religioso) ….

Auspico per me ed ho sentito di scriverlo anche a te di far tesoro degli specchi, di osservarti cercando di distaccarti emotivamente dalla situazione che ti sta dando fastidio e guardare qual è il “difetto” che vedi nell’altro… difetto che può essere tuo, può essere di una persona della tua infanzia che ti ha fatto soffrire, può essere un difetto che rivolgi solo verso te stesso….
Voglio fare un esempio di quest’ultima intuizione personale: un difetto che rivolgi solo verso te stesso…
Mettiamo l’esempio che mi lamento perché le persone intorno a me non mi ascoltano, mi parlano per ore di sé stesse ma poi quando dico qualcosa io, o ci provo a parlare un po’ di me, immediatamente tornano a parlare di loro stesse ed io non mi sento mai ascoltata. La domanda che mi pongo è: ma io mi ascolto? Ascolto il mio corpo ed i messaggi che mi manda? Ascolto le mie sensazioni ed i miei bisogni?
Forse non abbastanza o addirittura per nulla perché magari da piccola ho subito un lutto, un forte dolore, ho dovuto crescere in fretta oppure ho una sensibilità molto sviluppata, mi rimproveravano se cercavo di prendere il mio spazio, di darmi il diritto di esistere e quindi per non soffrire ho finito per mettermi da parte, diventare un’ottima ascoltatrice, attenta ai sentimenti degli altri e pronta a sostenerli e ad aiutare gli altri nei loro bisogni, ma ho chiuso la comunicazione con me per non sentire quel dolore antico, non mi ascolto più!
Sicuramente esistono gli egoriferiti che parlano continuamente di sé e prendono tutto lo spazio ed anche di più, ma ci sono io che glielo permetto.
Se osservando quello specchio, invece di arrabbiarmi con gli altri e litigare furiosamente o scappare da quella relazione trovandone altre simili pronte a fare la loro parte, inizio ad osservare me stessa, scavare in quel disagio e riconoscere quel bisogno non riconosciuto, quella bimba ferita non vista posso finalmente essere io l’adulta matura che ama ed ascolta quella bimba.

Tutti noi abbiamo dei trigger, delle situazioni o comportamenti o parole che ci fanno reagire, non possiamo allontanarci da tutti per risolverli, ce li portiamo dentro e dietro, quindi anche l’orso sulla montagna sperduta dove ci siamo rifugiati ci farebbe da specchio perché non possiamo non relazionarci, è attraverso le relazioni che guariamo.

La buona notizia è che quando scopriamo un certo trigger la prossima volta che ci capiterà non reagiremo, ma vanno visti, ascoltati e sentiti tutti i trigger per poterci liberare e tornare ad essere chi siamo.

Più ci liberiamo dei “devo”, dei comportamenti automatici creati dall’ego, dei ruoli e comportamenti che ci hanno appioppato quando eravamo piccoli facendoci credere che quello era l’unico modo, più ci liberiamo di quella corazza dolorosa e pesante che ci trasciniamo dietro e ritorniamo a sentire il contatto con quell’Anima Pura e di Luce che siamo, che ha pregi e doni da offrire al mondo dandosi il permesso di essere sé stessa e trasformando i difetti in quello che sono veramente e cioè caratteristiche positive (se chiacchiero “troppo” in realtà ho tanto da comunicare e se comunico dal Cuore arricchisco il mondo con le mie chiacchiere ;-) ). 

Sii te stessa, sii te stesso, permettiti di essere chi sei, va bene così come sei, non devi cambiare nulla, hai bisogno solo di liberarti di quella corazza protettiva, gli adulti cattivi che ti hanno fatto soffrire in passato sono in un piccolo spazio nella tua mente, se ti liberi di quegli obblighi e critiche nessuno o nessuna potrà mai più farti soffrire, sarai troppo impegnata/o ad Amare te stessa e ad essere Amata così come sei davvero.

Con Amore

Marinella